Scuola Sperimentale per la Formazione alla Psicoterapia ed alla Ricerca nel Campo delle Scienze Umane Applicate

Peculiarità della proposta formativa della Scuola Sperimentale è la sua diretta derivazione dalle pratiche di cura nei pubblici servizi di salute mentale e il suo radicamento nella territorialità intesa, ancor prima che come un modello organizzativo, come un paradigma che si apre alla vastità dell'orizzonte antropologico. 

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La Scuola Sperimentale per la Formazione alla Psicoterapia e alla Ricerca nel campo delle Scienze Umane Applicate è la prima, promossa dalla più grande Azienda Sanitaria Locale d’Italia, ad avere acquisito il relativo riconoscimento ministeriale. Il panorama Italiano delle scuole di psicoterapia è, infatti, costituito principalmente da scuole private, nonché prestigiose, e da scuole di specializzazione attivate dalle Università. Tale scuola scaturisce dalla sperimentazione didattica e dalle ricerche nel campo delle scienze umane, con particolare riguardo alle discipline psicologiche, psichiatriche e psicoterapeutiche, avviate dallo psichiatra Sergio Piro (protagonista insieme a Franco Basaglia del ricco movimento di idee che hanno portato all'approvazione della legge 180 In Italia) insieme a dieci allievi, tra cui Amalia Mele, Carlo Pastore e Bruno Orlandella, nella scuola chiamata "Semantico Connessionale" fino al 1988 e "Antropologico Trasformazionale" fino al 1999, scuola diretta da Carlo Pastore dal 1992 al 1999. Chiusa quell'esperienza, Carlo Pastore, con l'attuale Collegium dei Ricercatori, hanno fondato la scuola di psicoterapia attualmente diretta da Bruno Orlandella.

Filo conduttore significativo, che lega quest'esperienza alle precedenti, è l'ex ospedale psichiatrico "Frullone", in cui la Scuola è nata e ha avuto sede fino al 2014, luogo simbolo di ciò che è stato e non sarà più, secondo i principi animatori della legge 180.

La cura ad orientamento antropologico trasformazionale, filiazione epistemologica del mutamento operazionale determinato dalla legge 180 di riforma psichiatrica, individua un inedito dispositivo di cura: il soggetto collettivo curante.

Tale costrutto rappresenta una delle principali differenze fondamentali tra questo approccio e le principali psicoterapie del XX secolo, ovvero l'idea che il terapeuta non sia l'unico titolare della "terapeuticità" del processo di cura. La caratteristica specifica dell'approccio della Scuola Sperimentale, che discende dal lavoro di pratica sociale e di ricerca clinica di psicologi e di psichiatri all'interno dei servizi di salute mentale, sta nell'utilizzare una terapeuticità diffusa, collettiva, trans individuale.